Viso
Rinoplastica di Revisione- tra ritocco e ricostruzione di un naso già “rifatto”

Cosa fare se il risultato di un intervento di rinoplastica primaria non è all’altezza delle tue aspettative, oppure se dopo la chirurgia devi fronteggiare difetti estetici e/o funzionali? Una soluzione può essere la rinoplastica di revisione, ovvero un ulteriore intervento al naso con l’obiettivo di correggere esiti chirurgici insoddisfacenti. I problemi che la revisione può correggere includono sia imperfezioni estetiche più o meno evidenti sia alterazioni funzionali, soprattutto respiratorie.

Tra le motivazioni di natura estetica che spingono il paziente a tornare dal chirurgo o a cercare uno specialista in rinoplastiche secondarie, il classico aspetto da “naso rifatto” o “naso chirurgico” o “look chirurgico”. Particolarmente complesse sono invece le revisioni caratterizzate da assenza/insufficienza di supporto strutturale del dorso e/o della punta. Questo problema si rileva soprattutto quando la prima rinoplastica è stata eseguita in maniera incauta con eccesso di resezione di strutture portanti del naso quali il setto, il dorso e la punta del naso. E’ dovere del chirurgo specialista in rinoplastica chiarire al paziente, fin dal primo incontro, che il semplice “ritocco del naso” richiesto dal paziente può comportare aspetti ricostruttivi anche complessi.

Soprattutto nell’ultimo decennio, sono state messe a punto tecniche minimamente invasive che hanno ridotto frequenza e complessità delle rinoplastiche di revisione. In particolar modo, tali tecniche a minima invasività permettono di ridurre significativamente l’uso di innesti strutturali nella rinoplastica primaria. Ogni rinoplastica uomo o donna è un caso a sé stante, e richiede analisi pre-operatoria accurata e un progetto chirurgico “confezionato” sul singolo paziente.

Il chirurgo, soprattutto se esperto e lungimirante, non può non tener conto della possibilità di dover intervenire una seconda volta sullo stesso paziente. In mani esperte è una evenienza rara, ma possibile. Pertanto, il chirurgo adotterà un atteggiamento prudenziale e conservativo già in sede di rinoplastica primaria, in modo da mettersi nelle condizioni migliori nel caso debba attuare un “ritocco” minimo o una vera e propria rinoplastica di revisione.

Rinoplastiche di revisione: dai semplici ritocchi ai casi più più complessi

Partendo dal presupposto che non esistono rinoplastiche/settorinoplastiche “di revisione di routine”, possiamo però distinguere tra casi tecnicamente più complessi e casi più semplici. Non possiamo mettere sullo stesso piano una revisione estrema e un ritocco al naso che può anche essere eseguito in anestesia locale. Ma entrambe le situazioni richiedono tutta l’attenzione e l’esperienza dello specialista, che deve essere pronto a valutare e affrontare le complessità specifiche che presenta ogni differente rinoplastica femminile o maschile.

Tra le problematiche più complesse che il chirurgo specialista deve fronteggiare in sede di rinoplastica di revisione, ricordiamo:

  • il naso a sella, ovvero la perdita di altezza del dorso nasale, causata dall’eccessiva rimozione di dorso osseo e/o cartilagineo;
  • la formazione di scalini sul dorso e/o sulle pareti laterali dovuta a osteotomie insufficiente o inadeguata;
  • la “deformità a V-invertita”, ovvero una complicazione di grado severo legata a manovre demolitive troppo aggressive sul dorso che causano una disarticolazione più o meno estesa tra dorso osseo e dorso cartilagineo;
  • il “collasso del terzo medio del naso”, causato da resezioni sconsiderate delle cartilagini triangolari;
  • il “collasso alare”, ovvero una perdita di supporto della pareti alari con ostruzione respiratoria soprattutto in inspirazione e uno sgradevole “pinzamento” delle ali nasali che conferisce un aspetto “operato” e innaturale alla punta del naso
  • “asimmetrie” gravi del naso, localizzate in sedi differenti (dorso, punta, pareti laterali).
  • gravi difetti respiratori.
  • “perforazione del setto nasale.